“Il mio peccato principale è il dubbio. Io dubito di tutto e mi trovo sempre nel dubbio.”
(Lev Tolstoj)

Dubitare è lecito, ma violare l’altrui privacy sbirciando il cellulare o leggendo furtivamente mail o chat senza consenso altrui, è reato.
Un atteggiamento diverso da parte del partner, un ritardo, un look diverso, per insinuarsi in noi il dubbio: ha forse una relazione?
La fiducia non è mai troppa, e la gelosia sempre a prendere il sopravvento, allora per mettere a tacere i nostri dubbi e le nostre insinuazioni, ci trasformiamo in Sherlock Holmes e inizia la caccia alle prove.
Dove possono nascondersi le prove?
Alla classica ricerca del rossetto sulla camicia, o qualche indumento dentro la borsa da lavoro o in qualche tasca, al passo con la moderna tecnologia, pensiamo subito al cellulare, mail o chat, allora cerchiamo il momento appropriato (si approfitta del momento doccia) per far partire le nostre indagini, inconsapevoli che stiamo commettendo un reato.
Ebbene si, senza consenso espresso del partner, che deve essere rilasciato al momento dell’accesso, quindi, se anche conosciamo ad esempio la password della mail o se troviamo un biglietto con le credenziali d’accesso scritte su un foglietto dalla nostra dolce metà, stiamo commettendo un reato, così come installare sul cellulare spy software per intercettare le comunicazioni, o approfittare della momentanea assenza del partner dalla postazione del pc per sbirciare la chat.
Alcuni ancora più ingegnosi, creano un falso account su facebook fingendosi un’altra persona per fare le indagini, ma anche questo è reato.
Si commette altresì reato se presi dall’ira, sottraiamo con violenza o minaccia il cellulare del partner al fine di spiarne il contenuto.
Ricordiamoci che la privacy è tutelata dalla nostra Costituzione come diritto inviolabile :“la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”(art. 15 Cost.).
Pertanto, attenzione, pensando di procurarci delle prove per ottenere l’addebito della separazione con queste modalità, frutto di illecito, non solo rischiamo, credendo di far valere un nostro diritto, una condanna penale, ma neppure possiamo utilizzarle nel giudizio di separazione.
Da sapere
E’ ovvio che se il cellulare non ha password e/o altri codici e si trova in bella vista, è stato dimenticato dal vostro partner in uno spazio della casa condiviso, ad esempio svuotatasche, salotto ecc. , dunque non in una tasca o nel marsupio, potete sbirciare e far scattare lo spionaggio casalingo, poiché non lo state trafugando e non esiste alcuna password o codice che potrebbe, come abbiamo visto, far scattare l’illecito.
Davvero sottile il filo che divide la legalità dall ‘illegalità. Tuttavia suppongo che sia in ogni caso impossibile vivere con il sospetto e che niente possa sostituire il dialogo, anche e soprattutto utilizzato in circostanze particolari come queste; situazioni in cui il confronto è quanto mai essenziale e imprescindibile.
Il dialogo è sempre la migliore arma, se usato con la dovuta intelligenza serve a fronteggiare situazioni in cui sembra quasi impossibile farne uso.
Grazie Mariagrazia per aver espresso il tuo pensiero.