FRAGILITA’ E BRUTALITA’.

L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante.

Blaise Pascal

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La vecchiaia, si dice, è una fase della vita: la terza; bambino, adulto, anziano.

Fase di maturità e saggezza, ma anche di fisiologico decadimento fisico, mentale, o entrambi.

Quando il corpo o la mente cede, urge assistenza continua, ciò induce i familiari a fare una scelta dolorosa e a volte necessaria: ricovero in strutture per anziani.

L’anziano, se affidato a mani e menti competenti, può affrontare in maniera dignitosa l’ultimo trapasso della vita.

Ma a volte, ciò che dovrebbe essere cura, dedizione, accoglienza, si trasforma in abuso, sopruso: fisico, psichico, verbale.

La fragilità a volte non viene compresa e accudita, ma beffeggiata, umiliata, derisa; là dove l’anziano dovrebbe trovare conforto e cura, riscontra invece sevizie, brutalità, ingiustificata ferocia.

Perchè?

Essere indifeso, non autosufficiente, fragile, non vuol dire scarto, inutilità, non più servibile, ma essere una persona con dei diritti: al rispetto, al decoro, alla dignità, a condurre una vita dignitosa sia in strutture appositamente “dedicate” alla cura dell’anziano, sia in qualsiasi contesto, proprio perchè essere umano come qualunque altro a prescindere dall’età e dalla propria condizione fisica e psichica. Pagine e pagine di giornali, notizie sul web, titoli in prima pagina dei tg, invece irrompono con: “maltrattamenti in rsa“; “scandali in case di riposo e rsa“; “anziani al limite dell’umano“.

Sevizie fisiche (percosse, strattonamenti, restrizioni ingiustificate della libertà), psicologiche (minacce, insulti, umiliazioni, abbandono), trascuratezza (mancato cambio degli indumenti, precarie condizioni igieniche e ambientali), somministrazione abusiva di farmaci, indifferenza, malnutrizione, da un punto di vista umano, provocano sdegno, disgusto, disprezzo, ma da quello giuridico?

Sebbene ancora non esista una legge preventiva e repressiva delle forme di abuso sugli anziani, la modalità con cui si manifesta tale pratica, può comportare violazioni di diverse norme di diritto penale:

• Lesione personale (art. 582 c.p.);

• Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina (art. 571 c.p.);

• Maltrattamenti (art. 572 c.p.);

• Abbandono di incapace (art. 591 c.p.);

• Truffa o Circonvenzione di incapace (artt. 640 e 643 c.p.) in caso di abuso finanziario.

La condotta lesiva determinata dal comportamento contrario alla legge può dunque essere passibile di reato.

In caso di sospetto: visibilità di traumi, frequenti incidenti, scarsa igiene, disidratazione e malnutrizione, contenzione fisica ingiustificata, lesioni da decubito, anziani stipati in soprannumero, segnalate, informatevi su cosa fare giuridicamente, imparate a conoscere i vostri diritti e ciò che può essere un sopruso, abuso o maltrattamento.

Non sempre chi dovrebbe prendersi cura di un nostro caro risulta essere in grado di saperlo fare, a volte non è la qualifica a fare la differenza, ma l’umanità.

Non è facile stabilire quando si oltrepassi l’uso e il mezzo di correzione sfoci nell’abuso.

In conclusione

Cosa abbiamo imparato?

Come dice un noto proverbio turco:

“L’uomo è più duro del ferro, più solido della roccia, ma più fragile di una rosa”, quando la vecchiaia erode la solidità e la durezza, alla tonicità si sostituisce la rugosità e la brillantezza della mente si converte in demenza senile, qualunque sia l’età, due cose non variano: la dignità e il rispetto, da garantire a ogni essere umano proprio perchè tale; nessuno può violarle, o possiamo permettere che questo accada.

NOTE

– Art. 571 c.p.;

– art. 572 c.p.;

– art. 582 c.p.;

– art. 591 c.p.;

– artt. 640 e 643 c.p..