I DIRITTI DEGLI ANZIANI NELLE RSA

LAURA SEMPRINI BISLERI

La decisione di portare i propri cari anziani nelle RSA è spesso dettata da necessità che vanno al di là della personale volontà, non si è più in grado, per mancanza di possibilità o di persone che aiutino a farlo, di prendersi cura di loro mantenendoli nelle private dimore, o le condizioni di salute non permettono un’adeguata gestione tra le mura domestiche.

Chi, quindi, si rivolge alle RSA per portarvi il genitore o nonno è fiducioso di trovare il posto migliore per la cura e l’accudimento del proprio caro, essendo impossibilitato a farlo personalmente.

Sulle pagine web di alcune RSA si trova pubblicata la “carta dell’anziano”; riporto quella dell’ASPEF Mantova (fonte: http://www.aspefmantova.it/rsa-luigi-bianchi/carta-dei-servizi/diritti-dell-anziano#:~:text=%2D%20Diritto%20all’esecuzione%20esatta%20e%20puntuale%20della%20terapia.&text=%2D%20Diritto%20all’aiuto%20per%20l,pulizia%20personale%20e%20la%20mobilit%C3%A0.&text=%2D%20Diritto%20a%20non%20essere%20deriso,libert%C3%A0%20di%20scegliere%20dove%20vivere).

LA PERSONA ANZIANA HA:

Diritto al rispetto come individuo, ad essere chiamato con il proprio nome e con il “lei” e non con il “tu” o con eufemismi tipo “nonno”, “nonnino”, ecc.

Diritto alla presenza costante, in mancanza di autosufficienza, di un famigliare, come supporto integrativo nel compito assistenziale.

Diritto ad un’assistenza ordinata che rispetti il silenzio in orari di riposo.

Diritto a consumare i pasti seduto ad un tavolo, quando le condizioni lo consentono, ed in orari non lontani dalle abitudini consuete.

Diritto all’assistenza tempestiva per i bisogni fisiologici ed al cambio della biancheria ogni qualvolta sia necessario.

Diritto ad usare i servizi igienici anche in caso di difficoltà motorie.

Diritto ad essere informato sulle procedure che si compiono sul suo corpo (iniezioni, medicazioni, lavaggio) ed a non essere “sballottato” in silenzio.

Diritto ad essere ascoltato anche quando ha deficit di espressione.

Diritto a ricevere sempre una risposta ai quesiti che pone.

Diritto all’esecuzione esatta e puntuale della terapia.

Diritto al rispetto del proprio pudore.

Diritto all’aiuto per l’alimentazione, la pulizia personale e la mobilità.

Diritto a non essere etichettato a priori come “demente”, “arteriosclerotico”, “cronico irrecuperabile”, “catorcio”, ma ad essere considerato una persona

Diritto a non essere deriso se psichicamente involuto o fisicamente inabile.

Diritto di conservare la libertà di scegliere dove vivere.

Diritto di essere accudito e curato nell’ambiente che meglio garantisce il recupero della funzione lesa.

Diritto di vivere con chi desidera.

Diritto di avere una vita di relazione.

Diritto di essere messo in condizione di esprimere le proprie attitudini personali, la propria originalità e creatività.

Diritto di essere salvaguardato da ogni forma di violenza fisica e/o morale.

Diritto di essere messo in condizione di godere e di conservare la propria dignità e il proprio valore, anche in casi di perdita parziale o totale della propria autonomia ed autosufficienza.

Diritto ad essere rispettato sulle proprie credenze e principi (religiosi, politici, morali, culturali…).

Ebbene, le RSA che pubblicano queste “carte” si obbligano a rispettare tali diritti, e chi sottoscrive un contratto per il ricovero e la cura dei propri cari, in caso di inosservanza, può agire in giudizio per vedere tutelati i diritti lesi.