ELISA BASTIANELLO

Viviamo nella società che esalta l’inclusione, “scartando” il fragile.
Solo cambiando il modo che abbiamo di concepire la vecchiaia e di considerare l’anziano, potremmo iniziare ad esaltarne la sua figura, troppo spesso ancora legata ad un sentimento di amarezza.
L’anziano, seppur nell’inesorabile decadenza del corpo, è tradizione, storia, esperienza, cultura dimenticata e valori.
Come scrive Platone nel Menone, “conoscere è ricordare”, e l’anziano, nell’accumulo della sua memoria, è ricco di conoscenza.
Queste contrapposizioni necessitano di armonizzazione e la stessa può trovare origine solamente nella nostra cultura di fondo, attraverso la divulgazione di conoscenze oramai dimenticate.
L’anziano è una persona ed è questo concetto che va tenuto a mente nell’affrontare tutte le tematiche legate alla vecchiaia.
L’anziano non è quell’orologio a polvere, dove sono rimasti pochi granuli, che noi restiamo a guardare inebetiti ed illusoriamente consci che tale fase della vita non ci appartenga.
La cultura dell’anziano come peso va sostituita all’esaltazione della vecchiaia come degna d’essere vissuta.
Il nostro impegno è quello di tentare di cambiare questo paradigma.