VINO SENZA ALCOL.

Vinum est donatio dei, cervetia traditio umana.

Trad. Il vino è un dono degli dei, la birra una tradizione umana.

MARTIN LUTERO

Uno dei piaceri della tavola è il vino….anzi, il buon vino.

Ma può esserci vino senza gradazione alcolica?

Secondo la regolamentazione vigente, il vino per poter essere definito tale, deve avere una gradazione alcolica minima non inferiore all’8,5%.

Nel processo di riforma della politica agricola comune (PAC), in considerazione dell’aumento di richiesta di prodotti con un tasso alcolemico più basso, e considerata l’alta percentuale della popolazione mondiale che non consuma bevande alcoliche, si è proposto, rappresentando tale richiesta dei consumatori una buona fetta di mercato, di chiamare vino, bevande prodotte sempre dall’uva ma senza alcol.

Molti viticoltori e non solo, sono insorti, per l’Italia il vino è uno dei fiori all’occhiello, se si modifica la sua composizione eliminando la gradazione alcolica, come può ancora etichettarsi vino?

Da qui la diatriba che il vino deve restare tale, e la sua denominazione comprende nella sua composizione la gradazione alcolica, se si vogliono produrre bevande derivate dall’uva, ma senza la fermentazione alcolica, non è possibile lasciare tale nomenclatura poiché sarebbe un inganno per i consumatori; si tratta di bevande che devono avere una propria denominazione che certamente non può essere quella di vino.

Come sostenuto da più parti, l’Italia, con la sua produzione ed esportazione, non può vedere compromessa la qualità e l’identità del vino; il vino è tale perchè ha un suo processo di fermentazione e una sua composizione, un vino senza alcol non è vino, ma altra bevanda, e come tale deve essere considerata, a tutela del patrimonio vitivinicolo di una Nazione, della sua storia, del suo territorio e delle sue tradizioni, senza trarre in inganno il consumatore che compra per vino “un prodotto senza alcol”, ma se è senza alcol, come può definirsi vino? E’ solo una bevanda a base di vino.

Esiste un processo che si chiama dealcolazione per abbassare o eliminare l’alcol, che secondi gli esperti incide in maniera notevole sulla struttura del vino aumentandone l’acidità e l’astringenza per cui poi bisogna equilibrare con ulteriori prodotti; un vino, che con tale pratica non può più considerarsi tale, ma che bisogna regolamentare e denominare come una bevanda ottenuta dalla dealcolizzazione del vino.

Si è aperta un’accesa discussione in Europa per far rispettare le nostre tradizioni vitivinicole, speriamo che non sia una debacle con tutte le sue ripercussioni sul nostro sistema economico e non solo.

Speriamo che come consumatori non dobbiamo dire, come scrisse qualcuno molto tempo fa:

Come si ricorda il sapore del vino quando il bicchiere ed il suo colore sono ormai perduti.”

(Kahlil Gibran).

Alcuni, propensi invece ai cambiamenti di mercato, sostengono: esiste la birra analcolica, non può anche esistere il vino analcolico?

Anche la birra senza alcol ha mantenuto questa denominazione e anche per la birra esiste questa tecnica che certamente sconvolge il sapore della birra e allora?

Lasciamo agli esperti ogni considerazione in tema di tecniche, rischi o meno per la salute ecc.

Noi, vantando un primato come produttori ed esportatori a livello mondiale, essendo il vino per noi un segno di identità, storia e tradizione del nostro Paese, rispondiamo come abbiamo riportato nell’incipit di questo articolo: il vino è stato da sempre qualificato come nettare degli dei , la birra …. e come diceva Plinio il Vecchio” Due sono i liquidi più graditi al corpo umano: all’interno il vino, all’esterno l’olio”.